Seta di Alessandro Baricco (1996): Un mese dopo Hervé Joncour partì per l'Egitto. Viaggiò su una nave che si chiamava Adel. Nelle cabine arrivava l'odore di cucina, c'era un inglese che diceva di aver combattuto a Waterloo, la sera del terzo giorno videro dei delfini luccicare all'orizzonte come onde ubriache, alla roulette veniva fuori sempre il sedici.
L'alfier nero di Arrigo Boito (1867): Al vasto e armonico concepimento del bianco, il negro opponeva questa idea fissa: l'alfiere segnato; all'ubiquità ordinata delle forze dei bianchi i neri opponevano la loro farraginosa unità, al giuoco aperto e sano il giuoco nascosto e maniaco. Anderssen combatteva colla scienza e col calcolo, Tom colla ispirazione e col caso; uno faceva la battaglia di Waterloo, l'altro la rivoluzione di San Domingo. L'alfier nero era l'Ogè di quella rivoluzione.
Col fuoco non si scherza di Emilio De Marchi (1900): Questi era ancora a letto, immerso nella descrizione della battaglia di Waterloo, nella tiepida tranquillità delle coltri, che abbracciavano dolcemente la sua pigrizia; e quando vide entrare l'amico, capì che un pensiero doloroso gli attraversava la fronte. |